La zona di confort

Ognuno di noi ha bisogno di un suo spazio per sentirsi sicuro. Questo spazio alle volte è fisico: tutti abbiamo bisogno di una casa. Il più delle volte, però, è uno spazio virtuale che rappresenta non tanto degli oggetti, quanto le nostre idee sugli oggetti.
Con "oggetti", in questo caso, intendo non solo cose, ma anche relazioni, persone, valori, modi di rapportarsi, ...
Tutti pensieri che uniti alla immagine che abbiamo di noi stessi danno come risultato quella complessa e sfuggente zona di confort, uno spazio dove ci sentiamo al sicuro, perchè, stando al suo interno, sappiamo come funzioneremo, nel bene e nel male.

Tutto ciò è molto bello e utile. Infatti, è un prodotto della mente, grande organizzatrice, personcina pratica, che tende a tagliare, alle volte con l'accetta, contenuti più sfumati, per il bene della propria coerenza interiore.
A nessuno piace la confusione, la poca chiarezza, la perdita del controllo. Non è necessario essere persone molto puntigliose, per provare disagio quando le situazioni non sono come ce le aspettavamo oppure non riusciamo a comprenderne completamente il senso.
Perciò, avere dei riferimenti interni è importante, se non addirittura vitale.

Però, appare evidente dalla descrizione che vi ho dato che la zona di confort resta comunque uno spazio delimitato, al di fuori del quale c'è potenzialmente l'ignoto, ossia - a me piace pensarla così - un universo infinito di possibilità, alcune delle quali potrebbero essere molto interessanti e utili.
La zona di confort però si basa sulle esperienza passate, perciò è forte delle sue sicurezze, anche per questo è difficile metterla in discussione.
Per ampliarla, renderla più funzionale e, quindi, continuare a crescere è essenziale nutrirla con esperienze nuove, che alle volte per la persona sono molto faticose.

Sono certa che alcuni di voi a questo punto si chiederanno perchè.
Perchè non si può restare in quello spazio che faticosamente abbiamo conquistato? Con quei mobili (idee e valori) e quei vestiti (immagine di noi stessi e riconoscimento) che ci siamo duramente pagati con le esperienze di vita precedenti?
Perchè come tutte le cose che vivono sulla Terra, ciò che non viene alimentato, deperisce. Fermarsi nella propria zona di confort irrigidisce il nostro modo di relazionarci con gli altri. Non provare a espanderla o modificarla, la rende sempre più stretta e inospitale.
Ci sono tanti modi per lavorare su noi stessi. Io, attraverso il mio lavoro, offro ai miei clienti un bel ventaglio di possibilità. Ogni modo produce il suo piccolo risultato e allarga lo spazio vitale della persona, azione essenziale per una vita gioiosa.

E tu cosa conosci di te stesso? Quali sono i modi con cui lavori su di te? E quali sono le aree che eviti sempre di affrontare?

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