La bambina e le emozioni

Recentemente ho avuto l'opportunità di occuparmi di un laboratorio sulle emozioni per una simpatica bambina.
Stava attraversando un momento importante della vita: i genitori, infatti, erano in fase di separazione.
Spesso si cerca un aiuto per i propri figli, in situazioni di questo tipo, quando invece è prima di tutto l'adulto che ha bisogno di supporto.
In questo caso, gli adulti di riferimento avevano già fatto un notevole lavoro su se stessi, che aveva permesso loro di affrontare la parte più difficile della fine di un rapporto, in modo decisamente costruttivo. Infatti, erano riusciti a prendere atto insieme delle diverse necessità che stavano maturando e questo li ha portati all'importante decisione di trovare nuovamente una indipendenza.

Il percorso difficile di presa di coscienza della fine di un rapporto contempla momenti asimmetrici tra loro, emozioni contrastanti e pensieri alle volte confusi su ciò che realmente si desidera.
In questo caso, quando sono arrivata io, molto del lavoro era già stato fatto e i genitori mantenevano un quieto vivere in nome dell'amore per la figlia, in attesa di compiere l'ultimo passo.
Però, come spesso accade, i bambini leggono tra le righe. La piccola, quindi, aveva cominciato a manifestare ansie notturne, apparentemente in seguito a un film un po' spaventoso visto a casa.
Dopo un breve colloquio con i genitori, siamo giunti alla conclusione che parlare apertamente alla bambina di ciò che stava accadendo agli adulti poteva essere il passo successivo da affrontare.
Quando arriva il momento di spiegare ad un bambino le cose dei grandi, spesso l'adulto prova imbarazzo e paura. In fondo, quando si tratta di spiegare cambiamenti così importanti, come la fine di una relazione, c'è anche il timore di un giudizio da parte del bambino o il timore di perdere quel ruolo di riferimento. Naturalmente non è il giudizio del bambino a intimorire, ma quello che ancora ci si porta dentro a causa, spesso, di una scarsa chiarezza su alcuni aspetti della situazione.
I genitori hanno perciò spiegato alla bambina ciò che stava accadendo e la piccola ha smesso "magicamente" di avere i disturbi segnalati all'inizio.

Ciò nonostante mi è stato chiesto di strutturare un piccolo "laboratorio sulle emozioni" per aiutarla a mettere ordine in questo turbinio di sensazioni e pensieri.
Non siamo andate a lavorare sull'evento, abbiamo soltanto imparato insieme a distinguere un'emozione dall'altra e a collocarla nelle sensazioni fisiche che l'accompagnano. Abbiamo dato la preferenza alle relazioni tra pari per evocare le emozioni che ci interessavano. Naturalmente, parlare di emozioni serviva a lei per raccontare come si sente e per trovare strategie utili e adatte alla sua età per rispettarsi.
I bambini sono estremamente interessati a questo tipo di argomenti, proprio perchè più di altri fanno parte della loro vita, alle prese come sono con l'imparare i delicati equilibri che governano le relazioni umane, con le persone care e con se stessi.
La bimba è stata contenta del lavoro insieme e siamo rimaste d'accordo che se avrà bisogno potrà contattarmi via mail per qualunque domanda, con l'aiuto della mamma.

Quando alla fine abbiamo completato il nostro cartellone, abbiamo guardato le diverse emozioni evidenziando che la vita, anche in una giornata sola, è un continuo alternarsi tra stati d'animo diversi.
Alla domanda quali fossero le emozioni base secondo lei, la riposta mi è piaciuta così tanto che voglio condividerla:
"Felicità e tristezza. Però anche lo stupore. E ora che ci penso anche la noia."
Stupore? Noia?
"Certo. Lo stupore capita tutti i giorni, vedi una cosa e ti sorprendi. Invece, la noia è quel momento in cui sei lì e ti accorgi che non stai facendo niente. E allora ti annoi e cominci a fare altro."
Ascoltiamo i bambini, signori adulti, per non dimenticare. Lo stupore come emozione base è qualcosa che noi rischiamo di dimenticare e releghiamo a momenti che richiedo azioni particolari o intense.
Inoltre la noia, lo sanno anche i bambini, fa parte della vita e ci può stare, perchè è il momento in cui ti accorgi di non stare facendo niente di interessante. Ti accorgi, ti annoi, ti metti a fare altro: cambi.