Stringere i denti..ma anche no.

Vi è mai capitato di far stridere i denti? Certo non è una musica celestiale.
Settimana scorsa abbiamo fatto una bella lezione sulla mandibola. Tutti gli allievi che hanno partecipato sono riusciti a trarre giovamento dall'esplorazione di questa parte. Una piccola porzione di scheletro, che si utilizza tutti i giorni, alle volte senza accorgersi dell'uso intensivo a cui la si sottopone.
Si apre la bocca per respirare più velocemente, per nutrirsi, per parlare. Attraverso il movimento della bocca si esprime il proprio essere e la propria stessa sopravvivenza. Chiudere la bocca ha quindi, di riflesso, molti tipi di connotazioni. A chi non è mai successo di vivere un periodo stressante e "stringere i denti" per tenere duro. Talmente consueto che è anche un'espressione idiomatica comunemente usata. 
Ma cos'è la mandibola? L'osso su cui poggia l'arcata inferiore dei denti, la cui parte più importante è l'articolazione temporo-mandibolare. Che, però, è doppia! Una per lato della mandibola..

Le articolazioni temporo-mandibolari (ATM)costituiscono quella parte dello scheletro facciale che permette i movimenti della mandibola nelle tre direzioni dello spazio. Sono articolazioni abbastanza complesse, sia perché essendo duplici devono necessariamente agire in modo perfettamente coordinato, sia perché, dal punto di vista anatomico, hanno la presenza di una struttura fibroso-cartilaginea (chiamata disco articolare) che funge da ammortizzatore e da cuscinetto tra le due superfici articolari (condilo mandibolare e cavità articolare).

I problemi come al solito si pongono quando finito il periodo stressante non si riesce a tornare neutri. Oppure, ancora più importante, non si riesce a tornare neutri ANCHE SE il periodo stressante è ancora in corso.
Diventare consapevoli della collocazione della propria mandibola all'interno dello scheletro e dosarne i movimenti, permette di riappropriarsi della libertà di abbandonare questa parte alla forza di gravità, lasciare andare la tensione nei muscoli più profondi. Quindi, tornare liberi di respirare, nutrirsi ed esprimersi con una qualità che era dimenticata.
Allora la musica che si sentirà nella notte non sarà più lo stridio dei denti, ma la pace del giusto che merita un profondo riposo.