Farsi i muscoli con Feldenkrais?

Durante le lezioni di Metodo Feldenkrais, ci si riferisce allo scheletro come centro dell'attenzione per il movimento.
Gli allievi vengono guidati a cercare un'immagine, una sensazione, un'azione in una parte del corpo che però...non può muoversi da sola! Lo scheletro.
Oibò! Ma il muscolo allora???
Ecco un bello scritto di un'allieva di uno dei gruppi, che dopo aver riflettutto interiormente (dibattuto, controbattutto, osservato, verificato, provato, ....dentro di se'), ha avuto "un'illuminazione".
Gentilmente si è resa disponibile a condividerla.
Lascio quindi che siano le sue parole a spiegare il suo pensiero.

Il sistema muscolare è il primo responsabile di tanti acciacchi fisici, alle ossa, ai tendini o ai nervi. E' il suo essere "contratto" che spesso determina a lungo andare mal di schiena, tendiniti, nevriti, ecc.. E' chiaro quindi che un esercizio equilibrato è una panacea (e oggi lo sanno proprio tutti...) per il nostro corpo.
Iniziando Feldenkrais mi sono chiesta come una presa di coscienza della struttura ossea e dei suoi collegamenti potesse aiutare a mantenermi "tonica", quando, in questa disciplina,  è auspicabile il muoversi senza sforzo, sollecitando i muscoli il meno possibile.
Se un'insegnante di Feldenkrais che si alza dalla sedia sembra un felino che spicca un salto, come può essere che non abbia sviluppato i suoi muscoli? Allora, mi sono accorta che c'era un'altra possibilità.

Forse esercizi e fatica non sono l'unico modo.


Se il mio corpo trova la maniera di alzarsi armoniosamente senza fatica, non significa che annulli la muscolatura, ma che le permetta di rimanere rilassata all'interno dello stesso allungamento o contrazione - che comunque, necessariamente, deve avere per permettere alla colonna, al bacino e via via ad ogni nostro osso di sollevarsi da terra o compiere il movimento richiesto.

L'interessamento muscolare sarà minimo ma armonico.

Con questo "apprendimento" del corpo, permetterò al sistema muscolare di "seguire" il movimento, senza diventarne il protagonista unico (compito a cui non è deputato), alleviando così tutti quei piccoli malanni che ben conosciamo.

(di Laura N.)